Ratificando l’accordo di Parigi, la Svizzera si è impegnata a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050: uno studio realizzato
Credo nella vita sotto forma terrestre / tangibile, vagamente rotonda, /meno sferica ai poli /
dappertutto piena di orizzonti. (Eugenio Montejo)
Sono circa 34.000 le piccole-medie imprese che abitano il territorio ticinese, con 150.000 relativi posti di lavoro. Come oramai noto, oggi la macchina economica svizzera è in gran parte affidata al tessuto delle PMI, che rappresentano il 99,7% delle aziende e gestiscono il 67,2% di risorse umane.
I regolatori del settore finanziario dedicano sempre più attenzione ai fattori climatici e all’impatto che questi avrebbero in termini di rischi finanziari (rischi di credito, di mercato, di liquidità), operativi e legali. In particolare, FINMA ritiene il tema dei rischi finanziari correlati ai cambiamenti climatici uno dei pericoli più significativi a lungo termine che potrebbero influenzare la piazza finanziaria svizzera in modo durevole.
Quasi non passa giorno senza che emergano nuove iniziative, sia pubbliche sia private, volte a migliorare aspetti di sostenibilità. Una recente notizia è che il Consiglio federale ha deciso nella seduta dello scorso 17 novembre di elaborare una proposta per l’emissione di prestiti verdi da parte della Confederazione.
La discontinuità nell’evoluzione dei
rapporti transfrontalieri domanda un
ripensamento del modello di business
della piazza ticinese che investe gli individui
(e la loro formazione), gli istituti
(e i loro servizi), nonché il sistema
finanziario (e le sue componenti): la risposta
in un Master di II livello del CSVN
in collaborazione con l’Uninsubria.
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