La Legge cantonale sull’esercizio delle professioni di fiduciario (LFid) entra in vigore il 1° gennaio 1985 e vede successivamente un’importante revisione, in vigore dal luglio 2012, che rinforza i requisiti di autorizzazione all’esercizio dell’attività fiduciaria in Ticino.
Tale normativa individua e regolamenta l’attività di tre categorie di operatori fiduciari: i fiduciari finanziari, i fiduciari immobiliari ed i fiduciari commercialisti.
In tale contesto regolamentare si inserisce ora la nuova Legge sugli Istituti Finanziari (LIsFi) in vigore dal 1. gennaio 2020, che identifica e disciplina come istituti finanziari, tutti i fornitori di una qualsiasi attività di gestione patrimoniale: gestori patrimoniali, trustee, gestori di patrimoni collettivi, direzioni dei fondi e società di intermediazione mobiliare. Le banche continueranno ad essere regolate dalla legge sulle banche e le casse di risparmio (LBCR).
Essa introduce un requisito di autorizzazione da parte dell’Autorità Federale di Vigilanza sui Mercati Finanziari (FINMA), nonché di vigilanza prudenziale in capo a tali operatori finanziari, che sarà svolta da organismi di vigilanza creati ad hoc ed autorizzati dalla FINMA.
Quanto deciso a livello federale con la LIsFi ha un indubbio impatto a livello cantonale, in termini di modifiche del proprio corpus normativo per mantenere coerenza e conformità al diritto superiore. La LFid dovrà quindi escludere dai suoi destinatari la categoria del fiduciario finanziario, nonché incorporerà alcune modifiche puntuali, suggerite dall’autorità di vigilanza sull’esercizio delle professioni di fiduciario, di cui al messaggio del Dipartimento Cantonale delle Istituzioni, n. 7735 “Adeguamento della Legge cantonale sull’esercizio delle professioni di fiduciario alle Leggi federali sui servizi finanziari e sugli istituti finanziari” del 13 Novembre 2019.
In un contesto di tali cambiamenti per il settore, abbiamo chiesto alla Presidente della Federazione Ticinese della Associazioni di Fiduciari (FTAF), nonché Presidente dell’Ordine dei Commercialisti del Cantone Ticino (OCCT) Signora Cristina Maderni, la sua visione circa il futuro dell’attività fiduciaria in Ticino.
Signora Maderni, cosa ne pensa del nuovo scenario regolamentare per rapporto ai cambiamenti intervenuti nei confronti dei fiduciari immobiliari e commercialisti ticinesi?
“Come noto, la Legge sugli Istituti Finanziari (LisFi) è entrata in vigore a livello federale il 1° gennaio 2020, modificando la disciplina dell’attività dei gestori patrimoniali. Si è così venuta a determinare la necessità di aggiornare la normativa cantonale, che tramite LFid regolamenta le professioni di fiduciario fin dal 1985. L’importanza di LFid per i fiduciari commercialisti e immobiliari e per i loro clienti resta immutata. Saper garantire quelle caratteristiche di competenza, professionalità e trasparenza che hanno contribuito all’affermazione della nostra attività quale eccellenza del Cantone resta infatti strategico. LFid va dunque confermata e, dove necessario, aggiornata. Un processo legislativo ad oggi ancora in corso, che si dovrebbe concludere nei mesi autunnali con una delibera del Gran Consiglio.”
Uscendo i fiduciari finanziari dal raggio di regolamentazione della LFid, prevede delle modifiche nella frequenza e struttura della supervisione dell’autorità cantonale nei confronti dei fiduciari?
“Il lavoro dell’Autorità cantonale di sorveglianza è utile e apprezzato: i suoi frutti sono ben esemplificati nel Rendiconto annuale del Consiglio di Stato. Certo, l’attività di controllo si concentrerà su due sole categorie professionali e non più su tre, con conseguente migliore utilizzo delle risorse disponibili. Tengo però a sottolineare come il grande valore aggiunto di questa attività consista e continuerà a consistere nella lotta contro le attività abusive, là dove solitamente emergono i problemi. La sua portata va quindi oltre la vigilanza sui professionisti iscritti all’Albo.”
Tra le proposte di modifica al testo della LFid si annovera un’interpretazione più restrittiva della possibilità per il singolo fiduciario di essere responsabile di più strutture giuridiche. Potrebbe fornirci qualche informazione ulteriore al riguardo?
“Nella sostanza è già oggi così in conseguenza di un precedente aggiornamento della Legge (2009). Il principio di base è che ogni fiduciario può usare la propria patente per un’unica struttura. Esiste la possibilità di una deroga, condizionata però alla circostanza che le strutture siano di piccole dimensioni, abbiano la stessa sede e siano dello stesso proprietario: si viene quindi a ricondurre il tutto ad un’unica attività imprenditoriale. Come FTAF, ci siamo sempre battuti per il principio di restringere l’utilizzo della patente ad un’unica attività e quindi condividiamo l’impostazione della revisione LFid.”
Con riferimento alla formazione continua della professione fiduciaria la FTAF in collaborazione con il CSVN ha dato vita all’IFPF (Istituto della Formazione delle Professioni Fiduciarie) che offre eventi formativi per la professione di fiduciario, conferendo crediti formativi. Lei ritiene che, nel contesto dei cambiamenti regolamentari in corso, possa essere auspicabile l’introduzione dell’obbligatorietà della formazione continua?
“FTAF ritiene che il ricorso alla formazione continua costituisca un requisito irrinunciabile su cui basare il futuro del settore fiduciario. Di conseguenza, la Federazione si è fatta parte attiva nel sostenerne l’obbligatorietà nei confronti del Consiglio di Stato in sede di consultazione sul Messaggio, così come in sede delle audizioni commissionali. Ancora non sappiamo quale sarà il risultato finale su questo tema. Resta fermo l’impegno delle singole Associazioni che compongono FTAF a erogare formazione di qualità, rendendo di fatto la formazione un obbligo per i propri aderenti.”
Quali ulteriori evoluzioni prevede possano verificarsi all’interno della categoria dei fiduciari?
“Grazie a professionalità, imprenditorialità e capacità di adeguarsi al nuovo, il settore fiduciario ticinese ha dimostrato di saper affrontare e vincere le sfide. Ha potuto così superare la crisi del 2008; ha saputo adeguare i propri modelli organizzativi allo scambio automatico di informazioni e ai nuovi standard di compliance. Lo ha fatto aumentando il numero degli iscritti all’Albo e mantenendo stabile l’occupazione in tempi non facili, a sostegno dei propri collaboratori e delle loro famiglie. Le evoluzioni dell’era post pandemica deriveranno non tanto dalla regolamentazione del settore, quanto dalle modalità con cui sapremo adeguare i nostri modelli di business alle sfide che oggi si aprono all’economia ticinese: evitare un secondo lockdown, porre le condizioni per l’auspicata ripresa economica del 2021, partecipare al processo di trasformazione digitale del settore finanziario allargato. Per noi fiduciari ne consegue una costante ricerca di efficienza e di professionalità: di qui la conferma della valenza strategica dei nostri programmi di formazione continua.”