Rischi climatici nel bilancio bancario

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Lo scorso 10 Novembre l’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) ha divulgato un comunicato stampa dal titolo “Obblighi di trasparenza per i rischi climatici”, mediante il quale intende accrescere la trasparenza su tali rischi nel sistema finanziario; ciò in quanto - evidenzia la FINMA - “gli effetti del cambiamento climatico possono comportare a lungo termine rischi economici significativi per gli istituti finanziari”.

Tale azione si inserisce all’interno di un più ampio intervento di regolamentazione nazionale della tematica dello sviluppo sostenibile del sistema finanziario svizzero. Ricordiamo infatti che il 24 giugno 2020 il Consiglio Federale adottava il rapporto e linee guida per lo sviluppo sostenibile del settore finanziario, chiedendo l’ulteriore sviluppo di varie misure entro la fine del 2020 da parte dell’industria e altri gruppi di interesse. Già in tale rapporto, il Consiglio federale rilevava la necessità di una pubblicazione sistematica dei rischi finanziari rilevanti connessi al clima da parte delle istituzioni finanziarie.

In tale contesto la FINMA conduce ora un’indagine conoscitiva pubblica che si concluderà il 19 gennaio 2021, relativa alla proposta di modifica e adeguamento di talune proprie regolamentazioni, in particolare le proprie Circolari 16/1 «Pubblicazione – banche» e 16/2 «Pubblicazione – assicurazioni (public disclosure)».

Le modifiche proposte della FINMA si inquadrano nel contesto degli obblighi in capo agli operatori finanziari di informare adeguatamente il pubblico circa i loro rispettivi rischi. In futuro, in tale novero rientreranno quindi anche i rischi legati al cambiamento climatico, che in una prospettiva di lungo termine possono impattare significativamente gli istituti finanziari.

Rileva evidenziare che ad oggi la FINMA prevede norme di pubblicazione applicabili a tali rischi climatici solamente per i partecipanti al mercato finanziario di grandi dimensioni, gli istituti delle categorie 1 e 2, ossia le banche sistemiche – concretizzando quindi una trasparenza differenziata.

Sotto il profilo del contenuto e modalità di comunicazione dei rischi climatici da parte degli istituti assoggettati, il documento della FINMA si orienta sulle raccomandazioni ampiamente riconosciute a livello internazionale della Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD).

La TCFD è un gruppo di lavoro multisettoriale avviato dal settore privato che nel 2017 che ha pubblicato gli standard per l’informativa sui rischi e opportunità legate al clima, contenenti undici raccomandazioni per le aziende, che sono tenute ad illustrare il loro modo di affrontare le opportunità e i rischi derivanti dal cambiamento climatico nei seguenti quattro ambiti: governance, strategia, gestione del rischio, indicatori e obiettivi. All’interno del framework la TCFD, ha sviluppato requisiti specifici dettagliati per il settore finanziario.

In questo contesto è bene evidenziare che i rischi finanziari legati al clima, non sono definiti ad oggi dalla legge o dai regolamenti: Sono però esaminati negli standard TCFD citati, che differenziano tra due tipi di rischi: rischi fisici e rischi di transizione.

I primi minacciano l’economia tramite l’aumento dei danni da catastrofi naturali climatiche (che portano ad es. all’aumentare inaspettato dei danni per le compagnie di assicurazione, nonché un impatto sui portafogli ipotecari e sui rischi di credito banche). I secondi impattano gli istituti finanziari a seguito di misure politiche vincolanti, nuove preferenze dei clienti o innovazioni tecnologiche, che possono comportare rettifiche di prezzo dei valori patrimoniali e influiscono sul rischio di mercato di banche e assicurazioni.

Ricordiamo comunque che, a differenza dell’Unione Europea (UE), la Svizzera non impone ancora alcun obbligo alle imprese private e neppure responsabilità legale nel settore dello sviluppo sostenibile. La FINMA prevede però ora le esigenze minime di carattere prudenziale, rinviando direttamente al TCFD.

NON UNA NUOVA CATEGORIA DI RISCHIO, MA UN NUOVO FATTORE DI RISCHIO

E’ interessante notare come questi rischi finanziari indotti dal clima possono essere visualizzati e classificati nelle tradizionali categorie di rischio, ossia rischi di credito, di mercato, assicurativi e operativi. Non trattandosi pertanto di una nuova categoria di rischio, bensì di un nuovo fattore di rischio, ne deriva che gli istituti finanziari potranno basarsi sulla loro attuale gestione dei rischi, integrando quindi nella gestione dei rischi i nuovi sviluppi ambientali e fattori di rischio. E’ un primo passo verso un’adeguata identificazione, misurazione e gestione di tali rischi.

Concretamente, quali elementi devono essere integrati e pubblicati dal punto di vista contenutistico? Negli ambiti citati della governance e strategie aziendali, cosi come il concreto processo di gestione dei rischi, le aziende assoggettate dovrannodescrivere il modo in cui il consiglio di amministrazione esercita la sua alta vigilanza in relazione ai rischi finanziari legati al clima, dovranno illustrare i rischi finanziari essenziali legati al clima (sia rischi a breve, medio e lungo termine) e il loro influsso sulla strategia commerciale, sul modello imprenditoriale e sulla pianificazione finanziaria.

Non meno rilevante sarà la descrizione del processo di gestione concretamente implementato per l’identificazione, la valutazione e la gestione dei rischi finanziari legati al clima, che deve comprendere informazioni quantitative concernenti i rischi finanziari legati al clima e le metodologie utilizzate a tale scopo.

Con tale pubblicazione la FINMA nel dichiarare di “promuovere una gestione dei rischi climatici adeguata e raffrontabile nel corso del tempo e la disciplina di mercato”, conclude che “per gli istituti che effettuano già ora una pubblicazione riconosciuta in linea con gli standard TCFD non sono attese ripercussioni significative”….

Il CSVN presidia l’importante tematica della sostenibilità tramite lo svolgimento di una serie di attività e iniziative formative nel 2021, in particolare il percorso “Fit for sustainable finance” e “CAS Risk management” che aggiungerà un nuovo modulo relativo agli impatti di sostenibilità e rischi climatici.

A cura di:

Paola Franzetti

Referente tematica area Diritto, Centro Studi Villa Negroni, Vezia

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